Skip to main content

Scenario rischi catastrofali

Le compagnie assicurative italiane si trovano ad affrontare un’esposizione catastrofale potenziale stimata in oltre 1.700 miliardi di euro. Di cui, 987 miliardi di euro sono riferibili a fabbricati e terreni e 714 miliardi a macchinari e attrezzature.

La stima di Cerved, insieme a MBS Consulting e SpazioDati, riflette il valore di ripristino dei beni, non quello commerciale, e non considera i limiti contrattuali .

 

Distribuzione geografica dell’esposizione catastrofale

La macroarea del Nord-ovest (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e Piemonte) è la più esposta, con un totale di circa 700 miliardi di euro. Di questi, 400 miliardi riguardano fabbricati e terreni e 300 miliardi macchinari e attrezzature. La Lombardia, con la sua alta densità industriale, rappresenta più di 500 miliardi di euro .

Il Nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna) ha un’esposizione di circa 430 miliardi di euro, equamente distribuita tra fabbricati e terreni, e macchinari e attrezzature. Emilia-Romagna e Toscana, recentemente colpite da alluvioni, mostrano esposizioni rispettivamente di 150 miliardi e 80 miliardi.

Nel Centro Italia, l’esposizione è di circa 330 miliardi di euro, con il Lazio che da solo rappresenta 120 miliardi. Nel Sud e nelle Isole, l’esposizione complessiva è di circa 240 miliardi di euro, con Sicilia e Sardegna che vedono il 70% dell’esposizione legata a fabbricati e terreni .

 

I cambiamenti climatici e gli impatti

Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno avuto un impatto significativo sul settore delle assicurazioni in Italia. L’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi meteorologici estremi, come alluvioni, tempeste e siccità, ha comportato una serie di sfide per le compagnie di assicurazione.

Tra le principali implicazioni vi è l’aumento delle richieste di risarcimento per danni causati da eventi climatici estremi. Un incremento che ha portato a una maggiore volatilità e imprevedibilità nei costi operativi delle assicurazioni, che hanno così incrementato i premi assicurativi.

La solvibilità delle compagnie assicurative è messa ora più sotto pressione. Le riserve finanziarie e le strategie di investimento, per garantire la sostenibilità a lungo termine, sono state rivisitate,  così come le politiche di sottoscrizione delle polizze, sottoposte ora a criteri di maggior rigore nella valutazione del rischio.

Diretta conseguenza per famiglie e imprese: l’ottenimento di protezione contro i rischi legati ai cambiamenti climatici non solo è più costoso, ma anche più arduo per proprietà situate in aree ad alto rischio catastrofale.

Tecnologia, sviluppo di nuovi prodotti e collaborazione con il Governo sono le “armi” per affrontare queste sfide.

Gli investimenti in tecnologie avanzate e in analisi dei dati sono aumentati, specie in modelli predittivi e di big data per una valutazione più accurata dei rischi. Un incremento connesso anche alla necessità di  sviluppare nuovi prodotti, per rispondere alle nuove esigenze del mercato: ad esempio, polizze specifiche per coprire i rischi agricoli causati dalla siccità o assicurazioni parametriche che forniscono risarcimenti basati su parametri predeterminati, come la quantità di pioggia o la velocità del vento.

Infine, l’intensificazione delle iniziative di collaborazione con il Governo e altre istituzioni, anche sul piano internazionale, per sviluppare strategie di mitigazione dei rischi (programmi di prevenzione dei danni e di educazione pubblica per aumentare la consapevolezza sui rischi climatici e sulle misure di protezione, adesione a linee guida e regolamenti sviluppati a livello europeo e mondiale).

Nuovi obblighi di copertura rischi catastrofali

Il legislatore, a fronte del suddetto contesto, ha introdotto l’obbligo di stipulare contratti assicurativi, a copertura dei danni direttamente cagionati dall’evento calamitoso, agli immobili previsti all’articolo 2424 del Codice civile, primo comma, sezione Attivo, voce B-II, numeri 1, 2 e 3), ossia le immobilizzazioni materiali: terreni e fabbricati; impianti e macchinari; attrezzature industriali e commerciali.

Le imprese rientranti nell’ambito di applicazione della norma sono tenute a stipulare contratti assicurativi per rischi catastrofali entro il 31 dicembre 2024. L’obbligo riguarda sia le compagnie italiane, sia quelle estere con stabile organizzazione in Italia, tenute all’iscrizione nel Registro delle Imprese.

Con successivo Decreto Interministeriale saranno stabilite le modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione. Il decreto potrà contenere anche le modalità di individuazione degli eventi calamitosi e catastrofali suscettibili di indennizzo, nonché di determinazione e adeguamento periodico dei premi.

Le compagnie devono dunque offrire prodotti adeguati e aggiornati a tale tipologia di rischio, mentre le imprese devono trovare partner assicurativi e ripianificare gli investimenti.

 

Sint: un partner ideale per le compagnie assicurative per affrontare le nuove sfide

In questo contesto di cambiamenti normativi e nuove sfide, Sint si propone come il partner ideale per le compagnie assicurative.  Con la sua esperienza specialistica e consolidata nei servizi BPO nel settore insurance, offre soluzioni mirate, customizzate ed avanzate, per supportare le compagnie nell’adeguamento ai nuovi obblighi legislativi, nonché nello sviluppo e nell’adozione di strategie di gestione dei rischi catastrofali.

La sua forte competenza nella gestione dei processi assicurativi, frutto del mix di know how specialistico, costantemente formato e aggiornato, dell’uso e dello sviluppo di tecnologia avanzata, (RPA, Machine Learning, AI, Chatbox ecc.), consente alle compagnie assicurative di affrontare in modo efficace  e sostenibile le nuove sfide del mercato, sviluppare la resilienza climatica e offrire ai propri clienti polizze adeguate e competitive.

Per ulteriori informazioni sui servizi offerti da Sint, visita il sito web qui.